Libri. Lo specialista Giovanni Lafirenze
LE BONIFICHE BELLICHE PROSPETTIVA SULLA STORIA
Un mestiere pericoloso ma poco conosciuto dal grande pubblico e una grande passione per la storia. Ecco come nasce "La mia bonifica. Ordigni inesplosi nei conflitti mondiali in Italia" (Florestano, pagg. 240, euro 20), originale pubblicazione scaturita dalla penna di Giovanni Lafirenze, operatore Bcm (Bonifica campi minati), trent’anni passati a scovare residuati bellici, prima nell’esercito e poi al servizio di imprese specializzate, in giro per la penisola. Un libro-cronaca, dunque, ma non solo: attraverso un peregrinare che ha portato l’autore in decine di città italiane per fare il proprio lavoro, emerge prepotentemente dallo sfondo la storia delle battaglie e dei bombardamenti che hanno segnato il paesaggio dell’Italia e le vite degli italiani.
Anche Vicenza ne fu toccata, e Lafirenze non tralascia di rievocare il sacrificio della città, dedicando diverse pagine della sua opera alle incursioni della Raf e dell’Usaaf che tra la fine del 1943 e la primavera del 1945 distrussero scalo ferroviario, aeroporto, palazzi e abitazioni e causarono centinaia di morti e feriti tra la popolazione vicentina. Il capoluogo berico fu in buona compagnia: analoga sorte toccò a Treviso, Padova, Verona, Porto Marghera, solo per restare in Veneto e citare gli obiettivi strategici più importanti per l’aviazione alleata. Ma ogni regione dovette pagare il suo tributo.
Lafirenze non limita i suoi excursus storici agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale: descrive anche gli avvenimenti salienti della Grande Guerra, che saturarono di materiale bellico migliaia di km quadrati dal Friuli al Trentino, montagne vicentine comprese, e la nascita della bonifica bellica subito dopo quel conflitto, affidata al Regio Esercito con strumenti che allora si limitavano agli occhi dei militari incaricati, una pala ed un piccone. Oggi la bonifica è molto più tecnologica, ma il pericolo non manca: lo stesso Lafirenze è stato vittima di un grave incidente, che lo ha tenuto in coma per otto giorni e lo ha costretto a mesi di riabilitazione.
E gli episodi di ordinario coraggio, dell’autore e dei suoi colleghi, sono numerosi nel libro, scritto peraltro in una prosa semplice e priva di retorica: tra esperienze dirette e segreti del mestiere, riflessioni personali e nozioni tecniche su bombe a mano, granate, mine, esplosivi e gas chimici, Lafirenze spiega e valorizza una professione capace di preservare vite umane e vissuta come una missione. E fa capire chiaramente come le guerre non finiscano mai con un trattato di pace.
Nelle foto: l’autore del libro con una granata tedesca